Meditazione: il rimedio allo stress
Grazie al recente intervento del Dott. Angelo Rubiolo (di cui è possibile guardare la diretta), esperto geriatra che si occupa di prevenzione, valutazione e cura di malattie che coinvolgono la popolazione anziana, parliamo di come migliorare la capacità di stimolare e allenare il cervello per renderlo attivo e performante, di come gestire lo stress e dei benefici che la meditazione può apportare alla nostra vita quotidiana.
Gestione dello stress, meditazione e mindfulness potrebbero essere il rimedio per resistere alle avversità? Scopriamolo.
Che cos’è lo stress?
Lo stress è una situazione della nostra mente con cui abbiamo a che fare nella nostra vita quotidiana, a cui andiamo incontro per moltissime ragioni: dal lavoro alla famiglia, dai tanti impegni, allo studio.
Lo stress, se controllato, può essere utile alle nostre capacità cerebrali. Infatti, in una condizione di normalità, lo stress può raggiungere picchi molto alti che tuttavia tendono a tornare medio-bassi nel breve termine e che però se tenuti sotto controllo, favoriscono la nostra attività cerebrale.
Esiste una forma di “ansia” positiva e buona, chiamata eustress, che ci stimola a tirare fuori il meglio di noi per raggiungere i nostri obiettivi
Ciononostante, se la sua intensità si estende nel tempo, può diventare dannoso.
Infatti, succede che lo stress diventi cronico.
Lo stress che si protrae per lungo tempo (per molti mesi e addirittura per anni) rischia di fare danni. Danni che oltre a estendersi dal punto di vista psicologico, hanno effetti anche dal punto di vista fisiologico.
A lungo andare, il nostro corpo, che viene costantemente messo alla prova da fattori stressanti, se non è in grado di regolare questa condizione, finisce per andare in sovraproduzione di un particolare ormone: il cortisolo.
Il cortisolo è un ormone prodotto dal surrene su impulso del cervello. Il cortisolo è chiamato anche ormone dello stress. Quando la tensione aumenta, il cervello ne aumenta la produzione. Normalmente, questo processo è utile poiché serve ad aumentare la glicemia e i grassi nel sangue, dando al corpo l’energia di cui ha bisogno. Insieme al cortisolo vengono liberate anche adrenalina e noradrenalina. Questa combinazione fa aumentare la pressione sanguigna, prendendo parte al processo energetico.
In caso di pericolo, la funzione principale dell’ormone dell’adrenalina è di prepararci alla fuga o alla lotta!
In una condizione di equilibrio, come dicevamo, lo stress ha un ciclo quotidiano. Raggiunge il suo picco nelle ore centrali della giornata per poi affievolirsi nel tardo pomeriggio e trovare un livello molto basso verso sera, anche in ragione del fatto che intervengono altri ormoni a regolarne la produzione, come la melatonina: l’ormone del sonno.
Invece, quando lo stress è cronico, i livelli di cortisolo rimangono sempre molto alti e quel ciclo che dovrebbe avere un inizio e una fine, resta sempre fisso, producendo cortisolo 24 ore su 24.
Si potrebbe dire che gli individui con forti livelli di stress, sono come delle batterie sempre carichissime!
Un aumento del cortisolo si manifesta anche in caso di digiuno prolungato o abitudini alimentari scorrette. Evitare la prima colazione o mangiare tanto, una sola volta al giorno, favorisce l’ipercortisolismo (l’aumento, cioè, della produzione di cortisolo).
Come possiamo combattere lo stress?
Oltre alla stimolazione cognitiva, di cui parleremo nel prossimo articolo, un buon esercizio che può prevenire lo stress è la meditazione. Premesso che la meditazione è assai utile non solo come rimedio allo stress, possiamo trarne beneficio anche per prevenire gli stati d’ansia.
Questa disciplina è l’ideale per imparare a gestire la produzione di cortisolo, il nostro ormone dello stress!
Un piccolo segreto è che la meditazione non si fa. La meditazione è una condizione nella quale cerchiamo di portare il nostro corpo e la nostra mente in uno stato di profonda quiete. Per questo è più corretto dire che si è in meditazione (e non si fa meditazione).
Come funziona la meditazione?
La sua pratica ha effetti positivi sul cervello. Durante la meditazione il nostro cervello è concentrato su quest’attività che lo mette nella condizione di doversi distaccare dai problemi della vita quotidiana, perché in quel momento si è concentrati sul qui e ora, incanalizzando ansia e stress.
Riducendo la produzione di cortisolo, entrando nel periodo del riposo, favoriamo lo sviluppo degli enzimi gastrici aiutando anche la digestione! Ecco che possiamo finalmente parlare di una tecnica, di un approccio alla meditazione che è la mindfullness.
Con la meditazione possiamo prendere le distanze da ciò che ci accade ogni giorno, per osservarlo da un luogo più tranquillo. La meditazione ci insegna a controllare i picchi emozionali e quindi a prendere decisioni migliori.
Che cosa significa mindfullness?
Prestare attenzione in modo particolare, con intenzione, concentrarsi sul qui e ora, al momento presente (non penso a ciò che mi è successo dieci minuti fa, non penso a ciò che mi succederà fra dieci minuti), con un approccio non giudicante. Approccio non giudicante significa che se la mente inizia pensare al passato, ai problemi, al futuro, a non essere presente, nel presente stesso, è importante non prendersela con se stessi, non sentire di aver fallito. Invece, è importante, se succede, tentare di riprendere la mente e riportarla al momento presente, al qui e ora.
Un trucchetto usato di frequente è quello di concentrarsi sulle proprie parti del corpo: testa, occhi, bocca, collo, spalle, al torace, e così via. Sono sufficienti pochi minuti. Provate!
La meditazione per prevenire il cancro
Non dovrebbe sorprenderci sapere che la meditazione, proprio per la sua capacità di tenere sotto controllo lo stress, è utile anche a prevenire l’invecchiamento.
Per poterlo affermare, dobbiamo però citare alcuni speciali protagonisti del nostro corpo: i telomeri!
I telomeri sono piccole porzioni di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma, ossia la parte terminare del Dna, che è anche la sua parte più instabile. Infatti, questo pezzetto di Dna si degrada chimicamente ed è soggetto a ricombinazioni più frequenti rispetto al resto della molecola. La funzione dei telomeri è di impedire all’elica del Dna di sfibrarsi, agendo come protezioni, un po’ come fanno i tappini di plastica che troviamo all’estremità dei lacci delle scarpe!
I telomeri sono importanti per determinare la durata di vita di ogni cellula, accorciandosi costantemente a ogni duplicazione.
Però, quando i telomeri diventano troppo corti, la cellula non può più dividersi o replicarsi!
Ciò accelera l’invecchiamento del nostro corpo a cui si associano le malattie dovute all’età.
Non dovrebbe stupirci più di tanto venire a conoscenza di una stretta relazione tra lo stress e l’accorciamento precoce dei telomeri. La scoperta è di Elizabeth Blackburn che nel 2009 ha vinto il premio Nobel per la medicina proprio grazie alle sue ricerche sull’invecchiamento cellulare e in particolare su come i cromosomi vengono protetti dai telomeri. Elizabeth ha chiarito alcuni aspetti fondamentali della divisione cellulare, scoprendo che se i telomeri si accorciano, le cellule invecchiano. Al contrario, se l’attività della telomerasi è elevata, la lunghezza dei telomeri si mantiene, ritardando l’invecchiamento cellulare. La stessa ricerca, inoltre, ha contribuito a scoprire che lo stress cronico è responsabile all’accorciamento dei telomeri.
E la meditazione come può aiutarci?
Uno studio ha dimostrato che meditare almeno 15 minuti al giorno aiuta nella produzione di telomerasi e che in effetti, anche altre attività di rilassamento, come lo yoga o la preghiera, sono efficaci per la produzione di telomerasi. Inoltre, sappiamo che i meditatori Zen hanno telomeri che sono il 10% più lunghi delle persone della stessa età.
Quindi sì, la meditazione oltre a tutti i suoi benefici, può anche rallentare il processo di invecchiamento!