La terapia riabilitativa del malato di Alzheimer
Cosa è possibile fare per il trattamento di una persona affetta da demenza?
L’anziano con deterioramento cognitivo è un paziente complesso che necessita di una metodologia di intervento che si concentri sul malato e non sulla malattia.
Per questo si parla di strategia di intervento small gains (= piccoli guadagni) che si fonda sulla possibilità di correggere tutto ciò che è possibile correggere al fine di migliorare la qualità della vita del paziente e dei caregivers.
Ad oggi non esiste un farmaco sicuro ed efficace contro la demenza di Alzheimer, quindi è fondamentale associare una terapia riabilitativa!
Gli interventi riabilitativi sono strategie finalizzate a ridurre l’impatto della malattia sul livello di autosufficienza, permettono di mantenere il più elevato livello di autonomia e di qualità della vita compatibile con una determinata condizione clinica.
Dal momento che le demenze sono malattie croniche e irreversibili, l’obiettivo non è la guarigione ma è quello di rallentare la progressione dei deficit cognitivi e funzionali, mantenendo stabili le risorse residue.
Più stimoli una persona riceve, più connessioni verranno risvegliate nella ricerca di una risposta adeguata, facilitando anche la costruzione di percorsi alternativi laddove si presenti in un intoppo causato dalla malattia. Attraverso l’applicazione della stimolazione cognitiva, quindi, si punta a sostenere l’attività delle cellule cerebrali ancora funzionanti.
Questo naturalmente non significa un arresto della malattia, ma il tentativo di rallentarne il decorso.
Gli obiettivi della stimolazione cognitiva nello specifico sono:
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sostenere l’orientamento spazio-temporale del malato rispetto a sé e al proprio ambiente di vita;
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stimolare la funzione linguistica;
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favorire l’attenzione e la concentrazione;
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attivare le capacità e le autonomie;
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mantenere gli interessi del passato;
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migliorare le capacità relazionali e comunicative;
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aumentare il livello di autostima.
Una delle terapie riabilitative più utilizzate e più efficaci, soprattutto all’interno degli Spazi Alzheimer è la ROT, ossia Terapia di Orientamento alla Realtà, finalizzata ad orientare il paziente rispetto alla propria vita personale, all’ambiente e allo spazio che lo circonda tramite stimoli continui di tipo verbale, visivo, scritto e musicale.
E’ possibile fare sedute sia individuali sia di gruppo, ma ovviamente lo stimolo del gruppo, attraverso la scambio che avviene tra i partecipanti, permette una maggior attivazione delle risorse residue.
Ogni seduta si suddivide in 2 fasi:
– una prima fase di orientamento spazio-temporale
– una seconda fase di scambio e di acquisizione dei ricordi, con esercizi di memoria e di linguaggio, stimolazioni multisensoriali, e momenti più ludici e ricreativi, attraverso giochi e canti.