Educazione psicomotoria
L’educazione psicomotoria è l’inizio del processo di educazione della prima infanzia siccome le difficoltà di apprendimento rilevate in un bambino possono causare un ritardo dello sviluppo psicomotorio. Parlando di psicomotricità, la prima cosa da chiarire è che non riguarda solo i bambini con disturbi del neuro-sviluppo, ma è un’attività adatta a tutti i bambini.
La psicomotricità riguarda il modo del bambino di rapportarsi all’ambiente e al mondo esterno: ogni azione o movimento, infatti, non è frutto di un meccanismo ma coinvolge anche la sfera emotiva e sensoriale. Lo sviluppo del movimento va di pari passo con lo sviluppo della cognizione dell’ambiente circostante. In questo senso, la psicomotricità consente ai bambini di sviluppare le proprie potenzialità a livello motorio, affettivo, relazionale e cognitivo.
Come la psicomotricità agisce sullo sviluppo del bambino
Attraverso attività ludiche svolte in gruppo, il bambino acquisisce e rafforza nozioni di base come colore, forma e quantità attraverso l’uso di strumenti. Ha l’opportunità di esplorare l’uso di oggetti diversi, condividendo esperienze e confrontandosi con altri bambini della stessa età. Dal punto di vista ambientale, le attività ludiche proposte sono propedeutiche alla presa di coscienza dei concetti spaziali in relazione al corpo. Su e giù, vicino e lontano, davanti e dietro, sembrano nozioni ovvie per gli adulti, ma sono obiettivi importanti per lo sviluppo motorio dei bambini.
Nella psicomotricità questi bambini imparano attraverso il gioco. Il gioco è molto importante per i bambini perché stimola lo sviluppo cognitivo, promuove la consapevolezza di sé e educa le abilità sociali. Il bambino viene stimolato senza imposizioni a partecipare ad attività psicomotorie dove l’obiettivo è favorire l’azione spontanea di ogni singolo bambino che, attraverso il gioco, sarà portato ad esprimersi. Le attività proposte mirano anche a far lavorare il bambino su aree di chiusura e frustrazione: provare piacere nel “fare” ciò che gli piace aiuta il bambino ad affrontare blocchi e paure.
Imparare a conoscersi per superare le paure
La psicomotricità aiuta i bambini a riaffermare la propria autostima grazie alla consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità. Ogni bambino, infatti, ha potenzialità e aree di miglioramento: attraverso le attività proposte imparerà a riconoscerle in autonomia, a raggiungere il proprio equilibrio e a sentirsi soddisfatto dei propri risultati. Il confronto con i coetanei è importante anche per lo sviluppo armonico della personalità: attraverso il confronto il bambino impara a relazionarsi, impara osservando gli altri bambini, acquisisce nuove abilità.
Si tratta di uno strumento anche per la crescita fisica ed emotiva, visto che la psicomotricità aiuta il bambino a crescere in equilibrio, sia emotivamente che fisicamente. Le attività vengono proposte in modo naturale senza costringere il bambino, per acquisire maggiore fiducia in sé stesso. Impara a riconoscersi e ad apprezzarsi in relazione al gruppo, facendo tesoro del confronto come strumento di crescita.
Psicomotricità anche negli adulti
La terapia psicomotoria cerca di ottenere risultati terapeutici negli adulti con problemi psichiatrici del paziente (depressione, ansia, schizofrenia, autismo, disturbi alimentari) utilizzando sistematicamente consapevolezza sensoriale e attività di derivazione sportiva.
I terapeuti psicomotori tengono anche in considerazione l’ansia sociale quando cercano di migliorare i risultati dei pazienti con malattie mentali. La maggior parte di questi pazienti pensa di non essere abbastanza abile per soddisfare le aspettative o ha paura delle critiche dei coetanei; pertanto, troveranno molte scuse per non partecipare alle attività. Quindi, nonostante la maggior parte delle persone sia convinta che l’attività fisica sia salutare a prescindere per tutti, non è esattamente così, come illustrato nel seguente esempio della signora Francesca.
La signora ha un disturbo alimentare ed è stata invitata a partecipare a una sessione di nuoto settimanale presso la piscina dell’ospedale. Il paziente ha però un atteggiamento negativo nei confronti delle sessioni di nuoto e ha discusso il problema con il suo terapeuta. Nonostante la difficoltà nel condividere ed esprimere i suoi sentimenti, il terapeuta psicomotorio l’ha incoraggiata a provare a partecipare alla seduta prima e condividere i suoi pensieri dopo con lui. Nel resoconto della signora è emerso un enorme disagio nell’indossare un costume da bagno a causa della sua condizione mentale, il che ha fatto immediatamente cambiare approccio al terapeuta.