4 Segreti per garantire e tutelare la sicurezza delle famiglie
In questo articolo ti svelo 4 dei molti modi che tutti i giorni utilizziamo nelle nostre agenzie per fare al meglio il nostro lavoro e per tutelare le famiglie che scelgono di rivolgersi a noi.
Faccio questo lavoro da 11 anni. Da 11 anni mi occupo di garantire assistenza alle famiglie del territorio di Torino e provincia e da 11 anni credo che la tutela e la sicurezza siano tra le principali garanzie che le mie agenzie possano offrire alle famiglie che scelgono di affidarsi alle nostre cure.
Sono anche figlia e il mio papà è un giovincello molto attivo di 74 anni. Questo fa di me, oltre ad una imprenditrice nel sociale appassionata del proprio lavoro, una possibile utente dei miei stessi servizi. Per questo, più volte mi sono domandata: cosa cercherei in un’agenzia di assistenza alla persona? Quali sono le caratteristiche che mi darebbero la tranquillità e la serenità di sentire che mio papà è in ottime e sapienti mani?
Chiaramente sono molte le qualità che ricercherei se stessi valutando il valore di una organizzazione che dovrà occuparsi di una delle persone più care di questa mia vita.
Oggi ho scelto di concentrarmi sulla sicurezza, un tema che spesso è sottovalutato o tralasciato dalle famiglie. Di solito, infatti, l’attenzione delle persone che ricercano un servizio di assistenza domiciliare si concentra su altri aspetti, più immediati e rivolti all’operatività quotidiana. Questo è normale ed è comprensibile. Tutti noi abbiamo poco tempo e tendiamo ad andare rapidamente al sodo della soluzione che ci serve. Siamo noi operatori del settore che abbiamo la responsabilità di fare emergere aspetti meno visibili e più tecnici. Forse meno urgenti, sicuramente estremamente importanti.
1. Lavoratori in regola
Purtroppo una delle piaghe più pericolose che riscontriamo nel mondo dell’assistenza domiciliare alla persona è il lavoro irregolare. Questa cattiva abitudine mette a rischio tutti gli attori in gioco, a fronte di un’idea presunta di maggior guadagno (che si sostanzia in una apparente minore spesa per la famiglia ed in un apparente maggior guadagno per l’operatore).
Sai quali sono i rischi che corre un lavoratore che si presta a svolgere la sua attività in assenza di regolare contratto? Ed un datore di lavoro? E, peggio ancora, sai cosa può succedere se qualcuno, durante le attività di assistenza, si fa male?
Qualora dovessi affidare le cure di mio papà ad un assistente familiare certamente sarei attenta ad accertarmi che tutti siano tutelati, assistente, assistito e famiglia nella sua globalità. Un guadagno economico nel breve termine non può, ai miei occhi, compensare enormi rischi che ricadono sulla incolumità e sul patrimonio della mia famiglia. E tu cosa ne pensi?
Un lavoratore che svolge la sua attività in nero innanzitutto non potrà accedere a diritti fondamentali quali le tutele sanitarie in caso di malattia, l’accumulo dei versamenti ai fini pensionistici e il pagamento del risarcimento in caso di infortunio sul lavoro. Nel caso in cui sia percettore di sussidi statali, poi, rischia anche condanne penali per truffa allo Stato e dovrà restituire tutto ciò che ha percepito indebitamente dai rispettivi Enti Pubblici.
Il datore di lavoro che commette il reato di lavoro nero rischia sanzioni pecuniarie fino a più di 40000 euro e, nel caso di lavoratori stranieri irregolarmente presenti sul territorio italiano, il reato diventa anche penale. Inoltre, il datore di lavoro dovrà versare tutti gli istituti previdenziali che ha evaso durante il rapporto lavorativo.
Per tutti questi motivi, oltre ad un aspetto per me prioritario di etica e di lealtà umana e professionale, credo che la regolarità del rapporto del lavoro sia il primo modo per tutelare le famiglie nell’atto di servirle attraverso la facilitazione di un servizio di assistenza domiciliare.
2. Rispetto delle mansioni/compiti degli assistenti familiari
Sai qual è uno dei motivi principali per cui un servizio di assistenza domiciliare alla persona naufraga rovinosamente?
Le aspettative disattese. Per questo motivo sono molto attenta, nella fase iniziale di ascolto dei bisogni e delle esigenze, ad analizzare, insieme alla persona che ho di fronte, quali sono le idee che popolano la mente del mio interlocutore.
Cosa si aspetta? Di cosa pensa di aver bisogno? Cosa conosce del mio lavoro e del lavoro degli assistenti familiari?
Molte delle domande che le famiglie ci fanno quando si avvicinano per la prima volta ad un’agenzia di assistenza alla persona come la nostra riguardano cosa può e cosa non può fare un assistente familiare. E’ chiaro che questo sottende una mancanza di informazioni di base che, se non colmata da un professionista del settore, rischia di creare moltissimi malintesi ed infinite aspettative disattese, con conseguenti sentimenti di frustrazione, amarezza e rabbia. Chi ci rimette? Tutti gli attori coinvolti, certo, anche se la persona che ci rimette di più è quella più fragile e bisognosa, cioè il paziente che necessita dell’assistenza.
Avere chiarezza su quali sono le mansioni dell’assistente familiare garantisce alla famiglia di poter ricevere il miglior servizio possibile. Ciò che si chiede e ci si aspetta coincide con quello che l’assistente è consapevole e felice di fare. E tutto questo nella massima sicurezza e garanzia, perché regolamentato da un rapporto di lavoro con le giuste coperture assicurative. Conoscere il mansionario degli assistenti familiari e rispettarlo è fondamentale per poter essere risarcito in caso di incidente. Lo sapevi che l’Inail non riconosce il risarcimento di un infortunio occorso sul luogo di lavoro se l’incidente è accaduto svolgendo compiti che non rientrano nella mansione assicurata? La stessa cosa vale per l’assicurazione conto terzi che ogni agenzia deve possedere per legge.
3. Attenzione alle condizioni della casa
L’ambiente domestico è uno dei luoghi più pericolosi da un punto di vista di numerosità di incidenti che avvengono al suo interno e dei rischi che si corrono in esso. Questo dipende sia dalla tipologia delle attività che vengono svolte all’interno delle nostre case sia dalle condizioni della casa stessa.
Ad esempio, quanti tappeti sono presenti? C’è ordine o disordine? Ci sono ingombri negli spazi di passaggio?
Per non parlare dei possibili scivolamenti, tagli, ustioni e chi più ne ha più ne metta, tanto che abbiamo scritto degli articoli ad hoc sull’argomento dei rischi del lavoro assistenziale in ambito domestico e su come prevenire rischi negli ambienti di lavoro domestici.
I nostri sopralluoghi e le nostre consulenze in ambito assistenziale in fase di presa in carico e di attivazione del servizio, sono degli strumenti preziosi per ogni famiglia. Durante quelle visite, infatti, abbiamo la possibilità di osservare ed eventualmente correggere eventuali situazioni di rischio che mettono a repentaglio la salute e la sicurezza di assistito ed assistente.
4. Rivolgersi a professionisti con regolare assicurazione
L’ultimo aspetto su cui ho scelto di soffermarmi è quello maggiormente sottovalutato: la presenza di un’assicurazione in capo all’assistente che copra gli eventuali danni conto terzi a cose e persone. Gli unici soggetti che possono garantire il rispetto di questa condizione sono le agenzie che erogano il servizio di assistenza alla persona. Sono più unici che rari, infatti, gli assistenti che operano in autonomia che posseggono questo tipo di tutela. Le famiglie che stipulano un contratto diretto con l’assistente sono coperte dagli istituti di tutela previdenziale Inps ed Inail in caso di infortunio dell’operatore mentre non hanno alcuna copertura nel caso in cui l’assistente provochi un danno a cose o persone durante il regolare esercizio della sua mansione.
Quanto è importante rivolgersi a professionisti con regolare assicurazione?
Una volta prese tutte le precauzioni e rispettate tutte le norme di buon senso e di prevenzione dei rischi, cosa succede se accade un incidente?
E’ chiaro che è difficile pensare di essere totalmente immuni da incidenti, anche se abbiamo coscienziosamente preso tutte le precauzioni possibili.
Questo è un tema altamente sottovalutato e riguarda innanzitutto il concetto di prevenzione. La prevenzione attiene alle procedure ed alle regole da rispettare per evitare gli incidenti eppure esiste un livello ancora più profondo di prevenzione che noi attuiamo all’interno delle nostre agenzie ed è possedere una regolare assicurazione.
Chi svolge il lavoro di assistente alla persona dovrebbe sempre possedere un’assicurazione conto terzi che copra gli incidenti che è possibile causare agli assistiti.
Questo tema apre scenari di considerazioni molto vasti che vanno dalle assicurazioni professionali, insesistenti nella quasi totalità dei casi, alla regolarizzazione degli operatori (una delle principali piaghe di questo settore è proprio il lavoro nero, che mette a rischio assistenti ed assistiti, con risvolti amministrativi e penali che, purtroppo, spesso le famiglie ignorano).
Avere un regolare contratto di lavoro, nel caso di incidenti, protegge il lavoratore che si è fatto male mentre non tutela affatto il paziente che eventualmente abbia riportato un danno.
Le agenzie di assistenza alla persona sono, di solito, gli unici soggetti che garantiscono questo tipo di tutela assicurativa.
Alla luce di queste informazioni, mi sento di suggerire a tutte le famiglie che si avvalgano di contratti diretti con gli assistenti familiari di pretendere che questi ultimi posseggano un’assicurazione conto terzi che tuteli l’assistito in caso di danno.