Disfagia negli anziani: cos’è, cause, sintomi e gestione
La disfagia è una condizione spesso sottovalutata, ma estremamente comune nella popolazione anziana. Si manifesta con una difficoltà nel deglutire cibi, liquidi o saliva, influendo negativamente sulla nutrizione, l’idratazione e la qualità della vita. Comprendere le cause, i sintomi e le strategie per gestirla è essenziale per fornire un supporto adeguato agli anziani che ne soffrono.
In questo articolo esploreremo in profondità il tema della disfagia negli anziani, fornendo informazioni utili e pratiche per migliorare la gestione di questa condizione.
Che cos’è la disfagia
La disfagia è definita come una difficoltà a deglutire, che può interessare diverse fasi del processo di deglutizione:
- Fase orale: difficoltà a masticare o a controllare il cibo in bocca.
- Fase faringea: difficoltà a far passare il cibo dalla gola all’esofago.
- Fase esofagea: difficoltà a trasferire il cibo lungo l’esofago fino allo stomaco.
Negli anziani, la disfagia è spesso associata a una combinazione di fattori legati all’invecchiamento e alla presenza di patologie croniche. La sua incidenza aumenta significativamente dopo i 65 anni, rendendola un problema prioritario per chi si occupa di cura e assistenza.
Cause della disfagia negli anziani
La disfagia può avere diverse cause, che si dividono principalmente in due categorie: neurologiche e strutturali.
1. Cause neurologiche
Le malattie neurologiche sono tra le principali responsabili della disfagia negli anziani:
- Ictus: uno degli eventi più comuni che causa disfagia, compromettendo il controllo muscolare.
- Malattia di Parkinson: i movimenti lenti e rigidi possono interferire con il coordinamento della deglutizione.
- Demenza: il declino cognitivo influisce sulla capacità di deglutire in modo sicuro.
- Sclerosi laterale amiotrofica (SLA): una patologia neurodegenerativa che colpisce i muscoli della deglutizione.
2. Cause strutturali
Le alterazioni fisiche o le malattie che colpiscono le vie digestive superiori possono causare disfagia:
- Reflusso gastroesofageo: l’irritazione cronica può portare a stenosi esofagee.
- Tumori: masse che restringono o ostruiscono il passaggio del cibo.
- Invecchiamento muscolare: l’indebolimento dei muscoli coinvolti nella deglutizione.
Sintomi e segnali di allarme
Riconoscere la disfagia negli anziani può essere complesso, ma alcuni segnali comuni possono indicare la presenza del problema:
- Difficoltà a iniziare la deglutizione.
- Sensazione di cibo bloccato in gola o nel petto.
- Tosse o soffocamento durante i pasti.
- Cambiamenti nella voce dopo aver mangiato, come raucedine.
- Perdita di peso improvvisa e non spiegata.
- Frequenti infezioni respiratorie, come la polmonite ab ingestis.
Se questi sintomi sono presenti, è essenziale consultare un medico o un logopedista specializzato per una valutazione approfondita.
Diagnosi della disfagia
La diagnosi precoce è fondamentale per prevenire complicanze. Ecco i principali strumenti diagnostici utilizzati:
- Valutazione clinica: anamnesi dettagliata e osservazione della deglutizione durante i pasti.
- Videofluoroscopia: una radiografia che permette di osservare il processo di deglutizione in tempo reale.
- Endoscopia digestiva superiore: per identificare eventuali anomalie strutturali.
- Manometria esofagea: misura la pressione e il coordinamento dei muscoli esofagei.
Complicanze della disfagia
Se non gestita correttamente, la disfagia può causare gravi problemi di salute:
- Malnutrizione e disidratazione: difficoltà a mangiare e bere possono portare a carenze nutrizionali.
- Polmonite ab ingestis: il cibo o i liquidi possono finire nei polmoni, causando infezioni gravi.
- Declino della qualità della vita: l’ansia e l’isolamento sociale legati alla difficoltà di mangiare in pubblico possono portare a depressione.
Strategie di gestione della disfagia negli anziani
Un trattamento efficace della disfagia richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolge medici, infermieri, logopedisti e nutrizionisti.
1. Modifiche dietetiche
Adattare la consistenza degli alimenti è uno dei primi passi per garantire la sicurezza dei pasti:
- Cibi morbidi o frullati: più facili da masticare e deglutire.
- Liquidi addensati: riducono il rischio di aspirazione.
- Porzioni piccole: minimizzano il rischio di soffocamento.
2. Terapie riabilitative
Logopedisti specializzati possono aiutare i pazienti a migliorare la deglutizione attraverso:
- Esercizi di rafforzamento muscolare: per potenziare i muscoli coinvolti.
- Tecniche compensatorie: come posizioni specifiche della testa per facilitare il passaggio del cibo.
3. Supporto nutrizionale
Un nutrizionista può creare un piano alimentare bilanciato che soddisfi i bisogni nutrizionali del paziente, anche con alimenti modificati.
4. Interventi medici
In alcuni casi, possono essere necessari trattamenti medici o chirurgici:
- Dilatazione esofagea: per trattare le stenosi.
- Inserimento di sonde alimentari: per garantire un apporto nutrizionale adeguato nei casi più gravi.
Conclusione
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