Che cosa si intende per educazione terapeutica?
Per educazione terapeutica si intende un insieme di attività educative complesse rivolte a tipologie di pazienti molto specifiche.
Si tratta di una trasmissione di conoscenze, la formazione ad acquisire abilità e/o promuovere nuove abitudini comportamentali.
I terapisti che si occupano di educazione terapeutica, si impegnano per promuovere la capacità dell’uomo di autogestirsi nel suo ambiente di vita, costruendo un servizio diretto con il paziente e con la sua famiglia.
Questo tipo di aiuto è importante per far sì che il paziente e i suoi cari siano consapevoli e in grado di agire e prevenire in tutti quei casi nei quali possa essere trasmesso loro un piano di educazione terapeutica.
Da quali princìpi nasce l’educazione terapeutica?
Da molti anni ormai si parla di “health literacy”, ossia il concetto di “alfabetizzazione sanitaria”. Il concetto di educazione al paziente infatti si è trasformato e sensibilizzato nella direzione di riconoscere al paziente il diritto all’informazione, l’attenzione alle sue preferenze, al suo punto di vista e soprattutto nel riuscire a coinvolgere il paziente nelle scelte che lo riguardano. Nel 1998 l’organizzazione mondiale della sanità, ha affermato che:
“l’educazione terapeutica deve permettere al paziente di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutano a vivere in maniera ottimale con la sua malattia. Si tratta pertanto di un processo permanente, integrato alle cure e centrato sul paziente. L’educazione implica attività organizzate di sensibilizzazione, informazione, apprendimento dell’autogestione e sostegno psicologico concernenti la malattia, il trattamento prescritto, le terapie, il contesto ospedaliero e di cura, le informazioni relative all’organizzazione e i comportamenti di salute e di malattia. È finalizzata ad aiutare i pazienti e le loro famiglie a comprendere la malattia e il trattamento, cooperare con i curanti, vivere in maniera più sana e mantenere o migliorare la loro qualità di vita.”
La figura del terapista occupazionale
Il terapista occupazionale è la figura che si occupa di promuovere e svolgere le attività di educazione terapeutica. Riconosce la salute nella sua accezione più ampia e la intende come una condizione di benessere fisico e psicologico della persona, anche nell’interesse della collettività. Il terapista occupazionale si impegna a tutelare il paziente, sempre rimanendo nell’ambito delle proprie competenze professionali e delle proprie conoscenze tecniche e scientifiche. Il suo è un vero e proprio lavoro di educazione e rieducazione, trasmettendo le conoscenze per attuare uno stile di vita sano, il quale permette al paziente di mantenere il livello di autonomia funzionale più alto possibile.
Il terapista occupazionale inoltre cerca di coinvolgere la persona, valutando insieme i bisogni e cercando di costruire un livello di assistenza personalizzato. Tra gli obiettivi più importanti per un terapista occupazionale c’è il fornire al paziente tutte le informazioni utili per agevolarlo nel pacchetto dei suoi servizi sanitari e per aiutarlo a snellire le procedure di accesso alle prestazioni di cui hanno bisogno.
Come si costruisce un programma educativo terapeutico
Per aumentare la consapevolezza dei pazienti, è possibile intervenire con un metodo di apprendimento particolare, che usa sistemi che sono stati sviluppati per gestire il trattamento delle malattie croniche, ossia l’educazione terapeutica e il colloquio motivazionale. Questo sistema aiuta il paziente a sentirsi informato sulla sua malattia e sulle modalità con cui questa viene trattata. In questa dinamica sono importanti due fattori:
- la capacità di comunicazione del medico o dell’infermiere
- la capacità di ascolto del paziente
Per questo è fondamentale capire come si sviluppa il cambiamento comportamentale. In questo la psicologia ci aiuta, fornendoci una mappa per comprendere in che modo lavora il nostro cervello quando deve gestire ed elaborare le informazioni ottenute con l’apprendimento.
Che cosa influenza il cambio del comportamento?
- Dimensione emozionale – affettiva: accade quando l’oggetto dell’interazione produce in noi dell’intensità emotiva, ossia quando le nostre emozioni condizionano il nostro punto di vista
- Dimensione metacognitiva: l’oggetto dell’interazione ci colpisce e ci fa mettere in atto meccanismi che aumentano il nostro grado di auto-percezione, ossia quando sviluppiamo o elaboriamo il pensiero di noi stessi
- Dimensione infra cognitiva: sono le riflessioni intime che facciamo abitualmente, che ci permettono di elaborare, comprendere, essere consapevoli di cosa proviamo e come ci sentiamo in determinate situazioni
- Dimensione cognitiva: comprende tutto il sapere, le competenze e le idee che abbiamo delle cose.
L’obiettivo del programma è di convincere il paziente a prendere consapevolezza e a prendersi in carico la propria malattia, a mettersi al centro del processo di guarigione, per favorire e prevenire la propria cura.
Un programma ben costruito si articola su un processo continuo che andrebbe sempre integrato alle cure mediche.
L’educazione terapeutica mira ad aiutare il paziente a sviluppare nuove competenze e a utilizzare le proprie risorse e quelle dell’ambiente che lo circonda. Il percorso implica un’attenzione alla dimensione psichica e affettiva, orientata ad accettare la convivenza con la propria malattia, a gestire la dimensione metacognitiva e l’idea di se stessi o il sentimento di autosufficienza.
L’educazione terapeutica richiede di mettere insieme molte competenze: biomediche, psicosociali e pedagogiche, oltre a una certa sensibilità a carattere più esistenziale che comprende la capacità di riflettere sul significato che un evento come la malattia può assumere nella vita di un essere umano.
Grazie a uno staff interorganico, composto di infermiere, psicologici ed esperti in azione cognitiva, possiamo occuparci a 360° dell’educazione terapeutica tua o di un tuo caro.
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