Disorientamento anziani. Come comportarsi?
E’ purtroppo abbastanza frequente che una persona affetta da demenza presenti sintomi come il disorientamento spaziale e temporale ed il vagabondaggio. I disturbi del comportamento, infatti, sono molto diffusi nei pazienti con patologia neurodegenerativa e rappresentano un vero dramma per chi presta loro cura ed assistenza.
E’ di fondamentale importanza imparare a riconoscerli ed essere in grado di gestirli in maniera corretta, in modo da mantenere sempre un clima sereno ed evitare che si verifichino situazioni che potrebbero anche diventare pericolose per il paziente stesso.
Demenze Sintomi Comportamentali
L’agitazione ed il comportamento motorio anomalo, di cui sono manifestazioni il disorientamento ed il vagabondaggio, rientrano tra i sintomi cosiddetti psichiatrici delle demenze, insieme alle psicosi, ai disturbi dell’affettività, alla depressione, all’ansia, alle manie, all’apatia, all’irritabilità, ai comportamenti alimentari inappropriati, alle alterazioni del ciclo sonno veglia, ai disturbi della personalità ed all’aggressività.
Il disorientamento è un sintomo tipico delle demenze e si manifesta sia a livello spaziale sia a livello temporale. Il paziente fa difficoltà ad orientarsi nella realtà in cui si trova a vivere, non riesce più a ricordare cose semplici come che giorno è né a distinguere in che stagione si trova. A volte non sa più dove vive, non riconosce la propria abitazione e chiede ripetutamente di tornare a casa. Tutto questo genera nel malato frustrazione e conseguentemente aggressività.
Disorientamento Temporale
Pensare di essere nel passato, di dover andare al lavoro e/o che i propri genitori siano ancora vivi, ecc.
Disorientamento Spaziale
Es. questa non è casa mia, non so dove sono…
Cosa possiamo fare?
Per gestire al meglio queste situazioni e per evitare che esse degenerino bisogna mettere in atto delle vere e proprie strategie. Provare a distrarre la persona con qualcosa che essa gradisce; rassicurarla, ribadendo con delicatezza che è tutto sotto controllo; usare un tono di voce calmo e pacato; fare respiri lunghi e profondi (le persone, infatti, tendono a sincronizzare il proprio respiro con chi gli sta vicino); usare il contatto fisico (per esempio accarezzare o tenere la mano) ma solo se gradito (non tutte le persone hanno piacere di essere toccate e il modo in cui ciascuno di noi vive la questione è molto personale); mettere della musica rilassante se apprezzata dal paziente ed evitare di fornire con troppo anticipo alcune informazioni. Inoltre è importantissimo mantenere l’autocontrollo, evitando discussioni che sarebbero solo inutili e controproducenti!
Wandering
Anche il vagabondaggio rientra tra i disturbi del comportamento tipici delle persone malate di demenza che, quando ne sono affette, camminano in modo incessante per la casa. Questo può capitare per noia, per frustrazione o per necessità fisiologiche che si ha difficoltà ad esplicitare (fame, sete, dolore, bisogno di andare in bagno, ecc.). E’ anche possibile che inconsciamente il paziente senta il bisogno di svolgere le attività di cui si è sempre occupato (pulizie domestiche, mettere in ordine, cura della propria persona, ecc.) ma che non riesca a riconoscere tale necessità o che riconoscendola non sia in grado di tramutarla in azioni pratiche coordinate e logiche e per questo motivo si muova senza sosta. Un’altra ragione per cui possono manifestare comportamenti motori anomali è l’ansia legata alla sensazione di dover cercare qualcosa che si pensa non si riesca più a trovare (spesso soldi).
Cosa possiamo fare?
Per gestire al meglio la situazione è necessario cercare di capire il bisogno del malato, evitare di contraddirlo in modo diretto o di dirgli di stare farmo, garantire un ambiente sicuro, provare a proporre attività alternative che possano piacergli. Se possibile, e se il paziente non crea situazioni di pericolo per se e per gli altri, è sempre consigliabile lasciare sfogare il sintomo.
Infine, ricordiamo che è sempre molto importante parlare dei disturbi del comportamento del malato con il proprio medico di base e con lo specialista che lo ha in cura affinché possano valutare una eventuale modificazione della terapia farmacologica.
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